Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 05/12/2011 & archiviato in Politica

La conferenza stampa del Governo Monti

Come molti italiani, ieri sera, ho seguito la conferenza stampa del Governo Monti in cui è stata illustrata la manovra finanziaria.

Davanti alla TV, con l’IPAD accesso, per controllare contemporaneamente anche le conversazioni su facebook e twitter.

Alcune mie personalissime impressioni, quindi del tutto parziali, su quello che mi ha particolarmente colpito.

La gravità del momento: Monti che, in piedi, si rivolge direttamente si rivolge a noi cittadini:

Il Governo ha ricevuto dal Capo dello Stato e dal Parlamento un mandato di breve durata e di severo impegno: quello di far uscire l’Italia da una crisi gravissima…. che rischia di compromettere quanto costruito in sessanta anni.

Al tempo stesso fiducia nelle capacità dell’Italia di riprendersi.

Altro punto. L’affermazione che il nostro debito pubblico non è colpa dell’Europa, ma di noi italiani.

E che la strada dello sviluppo passa da una maggiore concorrenza, lotta ai privilegi, ai nepotismi.

Con l’ambizione di creare un Paese più “aperto”.

Centrale, a mio avviso, il riferimento ai veri “costi” della politica: quello di aver preso delle decisioni basate su di un orizzonte temporale breve e non più ampio. A svantaggio dunque delle nuove generazioni.

Tutte cose che già sapevamo, ma che dette dal Presidente del Consiglio, assumono un valore simbolico diverso.

Molti commentatori poi si sono soffermati sulle lacrime del Ministro Fornero. Alcuni hanno addirittura ipotizzato che fosse “studiate” a tavolino.

Non penso che sia così.

Penso che sia la comprensibile reazione di una forte tensione di fronte alla responsabilità di un cambiamento epocale (il passaggio al contributivo, l’innalzamento dell’età minima) reso ancora più difficile dalla richiesta di un ulteriore sacrificio: quello del mancato adeguamento all’indice dell’inflazione di tutte le pensioni, ad eccezione delle due fasce più basse.

Il tema delle pensioni ha segnato, a mio avviso, anche un altro punto di “non ritorno”: il metodo della concertazione non si può applicare sempre e comunque.

Le parti sociali verrano chiamate alla concertazione sulla riforma del mercato del lavoro, nei prossimi giorni / mesi. Sulle pensioni no: il Governo si assume la piena responsabilità di questa difficile riforma.

Altro punto: la difesa dell’Europa.

Il non poter considerare il nostro Paese come qualcosa di distinto e “altro” rispetto ad essa, l’affermare che “non dirò mai l’Europa ce lo chiede” oppure  “preferisco risultare impopolare io che l’Europa. Perchè di me si può fare a meno, dell’Europa no”.

Che differenza rispetto a molti dei nostri leader politici, sempre pronti a “scaricare” sulle spalle europee i necessari provvedimenti di risanamento (parziale) dei conti pubblici.

Ultima annotazione, questa più nell’ottica del lobbista.

Quando Monti ha spiegato cosa intende per “ascolto”, riproponendo il metodo classico della Commissione Europea: libro verde, consultazioni aperte tra i vari gruppi d’interesse, trasparenza dell’informazione da questi fornita al decisore e quindi aperta competizione tra “incumbent” e “new comer”.

Aria fresca nell’asfittico mondo del lobbismo nostrano.

Spetterà ad altri, più competenti, valutare nel dettaglio gli effetti della manovra.

Nel nostro piccolo, intanto, ne abbiamo apprezzato lo stile complessivo e come questa sia stata “raccontata” da Monti e dai suoi Ministri.

Un dettaglio non secondario.

 

 

 

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