Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 07/11/2017 & archiviato in In evidenza, Politica

Alcune riflessioni tratte dal voto siciliano

 

Sicily-EO

In queste ore è un fiorire di dichiarazioni, letture ed interpretazioni riguardanti il voto per l’elezione dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Presidente.

Ovviamente ognuno tira acqua al suo mulino. Sia gli esponenti politici che i vari commentatori.

A me sembra che il voto siciliano confermi alcune dinamiche già conosciute.

1) La coalizione di centro destra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) è attualmente la più competitiva dal punto di vista elettorale;

2) i 5 Stelle si confermano il primo partito (o il secondo, dipende dai sondaggi) a livello nazionale;

3) il PD renziano vive un momento di difficoltà;

4) La scissione a sinistra, come spesso accade, fa male al PD ma non riesce ad essere una vera e propria alternativa. Si pensi che la lista Fava alla fine ha superato di pochissimo (0,20%) la soglia di sbarramento del 5%.

Detto questo, cosa accade ora a livello nazionale in vista delle elezioni della prossima primavera?

Centro destra: l’obiettivo “alto” dovrebbe essere il passaggio da alleanza elettorale ad alleanza politica. Passaggio difficile dal momento che le distanze tra Berlusconi da un lato e Salvini e Meloni dall’altro sono molto ampie e difficilmente conciliabili. Più probabile è un patto “stile arancino”. Patto elettorale ma forte competizione interna per definire i rapporti di forza. Con l’obiettivo di fare almeno il pieno dei voti del nord.

5Stelle. In Sicilia registrano una battuta d’arresto. L’obiettivo infatti era quello di vincere a Palermo per lanciare la volata su Roma. Rimangono il primo o il secondo partito a livello nazionale. Ma devono cominciare a riflettere su come incrementare, nella prossima campagna elettorale, la propria capacità attrattiva.

PD. Leadership indebolita e fiaccata dalla scissione, dalle polemiche interne, dalle sconfitte. E da una legge elettorale (che ha voluto e votato in prima persona) che costringe alle alleanze. Il che si concilia poco  con l’idea di un PD autosufficiente. Urge una riflessione urgente. Altrimenti rischiano di essere il classico vaso di coccio tra quelli di ferro.

Comunque la campagna elettorale è già iniziata.

Il primo a posizionarsi è stato proprio il “vecchio” Silvio Berlusconi. Che si è subito candidato come argine al grilliamo. Proponendosi come l’unica alternativa credibile. Cercando così di togliere spazio politico al segretario del PD. Che aveva conquistato prima il partito e poi Palazzo Chigi segnalando l’urgenza di un cambio di passo per dare risposte alla domanda di cambiamento che veniva dalla società.

Sono passati solo 3 anni eppure sembrano molti di più…

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