Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 25/07/2014 & archiviato in In evidenza, Personale

Libri da leggere

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Un libro sul welfare, scritto da un filosofo che spesso pubblica su Micromega.

Le premesse ideali per un saggio di una noia imbarazzante, quelli che dopo tre pagine ti fanno venire il mal di testa.

Invece non è così.

Non lo sostengo perché conosco l’autore da molti anni.

Gianni, infatti, è il marito della mia migliore amica, Olga.

Laureati in filosofia, vivono all’estero. Esclusi dal nostro sistema universitario che privilegia le baronie e le cordate rispetto al merito.

Olga è una stimata professoressa universitaria che si è specializzata in argomenti per me astrusi. Avicenna, metafisica medievale… I suoi numerosi scritti fanno bella mostra in una sezione particolare delle mie librerie: i libri che non leggerò mai.

Hanno un bellissimo figlio, Bartolomeo, che nonostante il nome di battesimo e la coppia di genitori con cui è costretto a crescere, è simpatico, maturo ed equilibrato.

Un miracolo, date le condizioni.

Gianni ha deciso di seguire la moglie. Anziché coronare il sogno di qualsiasi essere di sesso maschile (farsi mantenere non facendo un cazzo), Gianni no.

Ha continuato a leggere, riflettere, studiare.

E ha focalizzato la sua attenzione sui sistemi di welfare europei e in particolare sul reddito minimo garantito.

Argomento tabù nel nostro Paese. Dove tutti noi, ignoranti, pensiamo che un welfare diverso dall’attuale sia impossibile da realizzare.

Eppure Gianni, nel suo libro, ci dimostra esattamente il contrario.

Siamo noi, italiani, con il nostro sistema assistenziale e quindi clientelare, a costituire la solita eccezione in un Europa in cui il welfare è universalistico e quindi redistributivo.

Quello che è emerge è che noi spendiamo tanto e male. Gli altri spendono come noi (se non meno) ma bene.

Il punto focale è proprio il reddito minimo garantito che, in tutti gli altri Paesi europei, costituisce “il” pilastro su cui fondare un sistema di welfare che permetta di offrire, su base paritaria, un aiuto a chi si trova momentaneamente in difficoltà.

O perché ha perso il lavoro, oppure perché ancora non lo ha trovato.

Con esempi, dati, informazioni Gianni smonta i tanti luoghi comuni che ci impediscono di capire quello che accade oltre frontiera.

E soprattutto fa emergere un punto fondamentale e dirimente: la riforma del nostro sistema di welfare e l’introduzione del reddito minimo garantito costituisce uno degli elementi fondamentali per la radicale trasformazione e modernizzazione del nostro Paese.

Ed è per questo che dovrebbe essere al centro dell’agenda politica e governativa.

Lo stile è agile, serrato. La narrazione è resa ancora più piacevole con l’inserimento di storie individuali.

Come quella di Antonio, 28 anni, che nel 1984 “scappa” in Inghilterra, peraltro senza grandi aspettative.

Da lavapiatti pagato in nero, grazie al reddito minimo garantito, impara l’inglese, frequenta l’università, si laurea e infine approda a Bruxelles per intraprendere un’importate carriera internazionale.

Un libro dunque contro la rassegnazione, da leggere e consigliare.

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