Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da Fabio Bistoncini il 16/01/2014 & archiviato in In evidenza, Politica

Paradossi

Per anni quasi tutti gli esponenti del PD hanno aspramente criticato l’attuale legge elettorale (il c.d. “Porcellum) per due ordini di motivi:

– nel merito, per come strutturava la rappresentanza parlamentare. Non garantendo una maggioranza stabile in Parlamento, non prevedendo alcuna possibilità di scelta, da parte degli elettori, dei propri rappresentanti;

– nel metodo, perchè il porcellum venne definito e votato solo dalla maggioranza governativa di allora (Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC e Lega), senza alcun coinvolgimento dei partiti di opposizione.

Le regole devono essere scritte e condivise dal più ampio numero di partiti possibile.

E’ questo il mantra ripetuto dai democratici in tutti questi anni.

Ora il nuovo segretario, Matteo Renzi, ha deciso di sottoporre le proprie idee e proposte per una nuova legge elettorale a tutte le forze politiche, compresa Forza Italia.

Per questo motivo, da giorni, si parla di un incontro tra Renzi e Berlusconi per definire i termini di un accordo.

Nella Direzione del PD, che si svolgerà oggi pomeriggio, il Segretario dovrà affrontare la minoranza interna che contesta proprio il metodo ad oggi seguito.

Semplificando: Renzi e il PD dovrebbero prima definire una proposta di riforma su cui vi sia la convergenza dei partiti dell’attuale maggioranza. E poi discuterla con le altre forze politiche, ma NON con Forza Italia.

Al netto delle mie preferenze sulla futura legge elettorale, la posizione della minoranza del PD mi sembra quanto meno incoerente con quanto espresso e sostenuto dallo stesso partito negli ultimi 8 anni.

Mentre il “rottamatore” Renzi dimostra di essere molto più conforme (rispetto ai suoi oppositori interni) alla linea dal suo partito, in cui era, fino a pochi mesi fa, in minoranza!

Paradossale.

E’ l’ennesima dimostrazione di una delle malattie “classiche” che pervadono una parte della sinistra italiana: il tatticismo fine a se stesso

Che paralizza ed offusca qualsiasi visione strategica.

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