Sporco Lobbista – Il blog di Fabio Bistoncini

Pubblicato da il 14/01/2012 & archiviato in Lobbying

In tobacco we trust

Il produttore di sigarette Altria Group, proprietario della Philip Morris, lancia negli Usa un sito per dare voce ai fumatori e ai loro diritti. Informando, lanciando petizioni, e anche invitando a scegliere con oculatezza il prossimo presidente. Tra quelli che fumano, ovviamente.

Tra le tante industrie rappresentate in lobbying, quella del tabacco vanta una delle più agguerrite e motivate avversioni e dunque, come un libro e film cult (Thank you for smoking) hanno raccontato in maniera sublime, per i professionisti della advocacy lavorare in questo campo è una delle sfide più grandi. Proprio come ha dimostrato su grande schermo il personaggio protagonista del film, Nick Naylor: una delle sue battute più celebri è geniale nella sua crudezza, “Se ce la farai col tabacco ce la farai con tutto”, così come è talmente dissacrante da meritare una citazione la sua “La morte ci toglie clienti. Noi vogliamo il cliente vivo e fumatore”. Parole di uno sporco lobbista.

Uno dei punti fondamentali nelle argomentazioni di chi si occupa di rappresentare gli interessi del tabacco e proteggerne l’immagine, è quella di sapersi mostrare trasparenti, pur perseverando nel difendere il proprio prodotto: la nicotina. Perfettamente calato in  questo contesto, nasce a inizio di questo nuovo anno una operazione online magistrale nel mostrarsi dalla parte dell’informazione e delle persone, pur tutelando i marchi delle sigarette rappresentati. Il soggetto protagonista è il colosso del tabacco Altria Group, il più grande produttore al mondo di prodotti per fumatori, proprietario, tra gli altri, di Philip Morris Usa, Philip Morris International e di tutti i marchi di sigarette più consumati al mondo, oltre che di aziende dell’alimentare come Kraft Food o SABMiller (per le birre).

L’idea è quella di un sito internet a difesa di chi ama il tabacco: che lo informi, gli racconti cosa accade con i prezzi e le tasse sulle sue sigarette preferite, se può ancora fumare per strada, magari se – come è accaduto in questi giorni in Germania – si può ancora permettere la pausa-fumo in ufficio, ma anche chi sta difendendo i suoi diritti, oppure cosa troverà stampato sul prossimo pacchetto che comprerà.

Il risultato si chiama Citizens for tabacco rights, un sito che si presenta così: “un gruppo di fumatori adulti riuniti per informarsi sui temi a cui più tengono e per organizzare la loro azione. È promossa da Philip Morris Usa, US Smokeless Company e John Middleton (ndr: rispettivamente venditori di sigarette, prodotti senza nicotina e sigari a marchio Altria Group)”. E, come si legge nel prosieguo della presentazione per incentivare la popolazione dei fumatori americani a unirsi al coro, “il precedente sito tobaccoissues.com ha permesso, nel2011, a oltre 17mila consumatori di tabacco di mettersi in contatto con i loro legislatori”. Un risultato considerevole.

Tanto per calcare la mano sulla partecipazione dei cittadini, il sito si presenta avvolto in stelle e strisce della bandiera americana, parla direttamente al suo pubblico (“fa che la tua voce venga ascoltata”), inneggia a far qualcosa tutti insieme, mobilita in puro stile Occupy. Gli occupanti fumatori, questa volta, potranno mettere ordine nella giungla di divieti, tasse, prezzi, nuove leggi in tema tabacco, firmare petizioni, e soprattutto – una mossa importante in campagna elettorale – sapere chi votare scegliendo quei candidati che appoggiano le cause dei fumatori (o meglio: quelli che non le osteggiano).

Una sottile minaccia ai candidati alle presidenziali, se si pensa che i fumatori americani sono il 18% delle donne e il 22% degli uomini (dati aggiornati a metà 2010), travestita da altruismo da parte di Altria, società che nonostante le grandi campagne anti-fumo in corso ha guadagnato il 50% in titoli azionari negli ultimi 2 anni. In barba alle analisi che dicono che nel 2046 i fumatori negli Stati Uniti saranno così rari da finire sui giornali.

 
Il video di una scena emblematica del film “Thank you for smoking”, quando Nick racconta il suo lavoro davanti alla classe elementare del figlio e invita i bimbi a provare le sigarette:

 

 

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